In Svizzera il panettone piu' buono è dell'eoliano Pietro Cappelli. Nativo di Varesana-Lipari, nel 1966 lasciò la sua isola e si trasferi' in Svizzera a San Gallo. Sposato, una figlia, gestisce un panificio-pasticceria. E dopo tanti anni di lavoro e di sacrifici, giungono i meritati riconoscimenti. E tra panettorni e colombe, si è aggiudicato ben una medaglia d'oro e due d''argento, nell'ambito del trofeo"Swiss Bakery Trophy", organizzato nella Svizzera francese, a Bullè. I panettoni e le colombe sono stati preparati con i prodotti tipici della sua Lipari. In particolare con gli aromi di Pirrera, ricavati dalle arance, mandarini, mandaranci e limoni della madre Giovanna Paino. Gli attestati e le medaglie sono stati consegnati dall'on. Massimo Romagnoli, consigliere del Presidente del consiglio dei ministri e presidente del gruppo interpalarmanentare italiani all'estero. A seguire riportiamo l'articolo apparso in tedesco sulla stampa svizzera e la sintesi in italiano.
Il miglior panettone della Svizzera è del liparoto Pietro Cappelli. Orgoglioso di questo premio, soprattutto, perchè c'è tantissimo lavoro alle spalle. "La chiave del successo che ho fatto pratica per tanti anni e continuamente ho perfezionato la ricetta", dice lo chef pasticcere di San Gallo Linsebühl. Il "Panettone di San Gallo" è disponibile esclusivamente ne "La Panetteria Capelli". In particolare, raccomanda di consumare il panettone dopo due giorni per gustare in pieno i sapori. La leggenda vuole che il fornaio "Toni" per conto del re Ludowigo II ha inventato il panettone. In Italia è dato come un segno di rispetto. Con la "Colomba", Pietro Cappelli ha anche conquistato l'oro. Nel 2003, il pasticcere liparoto con la "sua Colomba più grande del mondo" usci' anche in prima pagina. "Molto buono il sapore e il gusto, morbido, di fusione in bocca", dicono nella recensione. Il segreto è la frutta candita e il gusto proviene dai prodotti dell'orto della madre da Lipari. Ci sono arance e agrumi.
.
La crew di Cappelli, e da destra in piedi: Fausto Mandarano, on Massimo Romagnoli e Marco Montecchi.
|